La
funzione alimentare rappresenta un’attività apparentemente semplice e naturale che ci accompagna per tutta la vita. Si tratta in realtà di un’azione complessa che si sviluppa nel corso dei primi 3 anni, momento in cui il bambino raggiunge abilità di alimentazione e deglutizione simili a quelle dell’adulto. E’ importante non dimenticare che, anche per la funzione alimentare, come per tutte le altre funzioni evolutive, è presente una certa variabilità individuale per la quale alcuni bambini progrediscono più lentamente e altri più velocemente.
È il genitore che guida il processo di apprendimento della funzione alimentare: interagendo quotidianamente con il bambino, egli influenzerà lo sviluppo delle competenze sensoriali, motorie e gustative sottese a questa funzione e gli permetterà di compiere esperienze utili a favorire l’adeguato sviluppo di ogni abilità.
La nostra volontà è quella di fornire ai genitori
consigli pratici e utili da poter consultare nella pratica quotidiana di interazione con i propri figli, permettendo loro di acquisire competenze alimentari adeguate e strettamente connesse con lo sviluppo di altre abilità, quali, prima tra tutte, lo sviluppo dell’articolazione del linguaggio. Un buon sviluppo delle abilità di alimentazione è infatti alla base di un’adeguata articolazione dei suoni del parlato. Un bambino che, per esempio, prolunga eccessivamente l’utilizzo di ausili alimentari, non tonifica adeguatamente i distretti deputati alla produzione del linguaggio e ciò potrebbe comportare un’alterata articolazione di alcuni suoni, come vedremo in seguito.
Il bambino da 0 a 3 anni è costantemente sottoposto a
nuove esperienze di tipo sia sensoriale che motorio, che porteranno allo sviluppo di nuove competenze, quali:
- imparare a conoscere le proprietà degli alimenti attraverso l’uso dei 5 sensi (forma, temperatura, colore, odore, gusto, tessitura, etc);
- imparare a gestire motoriamente gli alimenti attraverso i movimenti di lingua, labbra e guance;
- sviluppare una certa maturità digestiva a livello gastrico e intestinale.
I prerequisiti necessari allo sviluppo di tale complessa abilità sono:
- l’integrità del sistema nervoso centrale e delle strutture anatomiche addette all’alimentazione e alla deglutizione;
- la possibilità del bambino di essere sottoposto, nel momento opportuno, ad esperienze alimentari adeguate.
In presenza di disordine neurologico e/o alterazione anatomica, la funzione alimentare potrà andare incontro a disfunzione e, in assenza di esperienze adeguate, il bambino non avrà modo di sviluppare funzioni più evolute come, ad esempio, la masticazione.
Le abilità di deglutizione e alimentazione hanno già inizio nel grembo materno. Il bambino comincia a deglutire liquido amniotico, compiendo un’azione di regolazione del flusso già all’undicesima settimana di gestazione. Anche l’attività di suzione compare precocemente, infatti dalle ecografie che si effettuano durante il periodo di gravidanza, è comune osservare infatti che il bimbo succhi il dito.
L’alimentazione del neonato ha inizio, quando possibile, con l’
allattamento al seno. Il piccolo si attacca al seno materno e attraverso il riflesso di suzione, si nutre. Inizialmente la suzione non è perfetta, infatti la bocca non aderisce perfettamente al seno, il movimento antero-posteriore non è tonico per cui il bambino potrebbe perdere del latte dalla bocca e deglutire anche dell’aria. Per tutte queste ragioni, a quest’età la presenza di coliche e di frequenti eruttazioni risulta comune, e non costituisce un elemento di preoccupazione. Attraverso l’esperienza di suzione quotidiana, le abilità migliorano giorno dopo giorno e il bambino diviene maggiormente competente.
L’allattamento al seno, quando possibile, è fondamentale nei primi 6 mesi di vita. In questo periodo aggiungere cibi diversi dal latte materno non arrecherebbe nessun beneficio alla crescita del bambino. Con la suzione al seno, la muscolatura della bocca si allena, ponendo le basi per una corretta articolazione dei suoni del linguaggio.
Oltre a questa importante conseguenza, l’allattamento al seno promuove la respirazione nasale che a sua volta stimola la crescita del mascellare superiore e della mandibola grazie ai suoi movimenti. Ultimo, ma non meno importante, l’allattamento al seno riduce la possibilità, da parte del bambino, del protrarsi di abitudini viziate come quelle di succhiare il ciuccio, il dito o la pezzetta.
Questa specifica suzione attiva i movimenti mandibolari adeguati al successivo utilizzo nella masticazione. Nonostante l’importanza di questa funzione, se prolungata oltre l’anno e non associata allo sviluppo di altre abilità, potrebbe risultare disfunzionale.
Alcuni bambini necessitano di integrare precocemente all’alimentazione al seno, quella attraverso il
biberon. È importante sottolineare come l’abilità di succhiare al biberon è diversa da quella del seno, ne vedremo successivamente tutte le implicazioni utili.
Intorno ai
6 mesi il bambino è in grado di sostenere autonomamente il capo, può tollerare la posizione seduta ed è maturo a livello gastrico per assumere nuovi alimenti aventi consistenza diversa rispetto al latte liquido. In questo periodo si colloca lo
svezzamento che ha in genere inizio con l’introduzione della frutta omogeneizzata per poi passare gradualmente alle pappe di consistenza cremosa, alle pastine e così via. Con l’inserimento di cibi più consistenti e di nuovi gusti il bambino potrebbe iniziare a sentire l’esigenza di bere durante il pasto. L’acqua viene somministrata con il biberon. Gradualmente si assiste ad un aumento della somministrazione dell’acqua e ad una diminuzione di quella del latte che con il tempo sarà limitata al pasto della colazione e della sera prima di dormire.
E’ importante ricordare che il latte non andrà abbandonato né sostituito immediatamente, ma la quantità delle pappe andrà ad aumentare via via che lo sviluppo neuromotorio, la coordinazione occhio-mano, la maturazione delle abilità motorie e sensoriali, lo consentiranno.
In questa fase è importante considerare la capacità del bambino di mantenere la posizione seduta e reggere il capo con facilità; ricordare inoltre che l’alimento semi-solido non va somministrato con il biberon per consentire al bambino di sperimentarne la consistenza, manipolarlo, sporcarsi con le mani e portarlo autonomamente alla bocca. In generale è opportuno considerare che ritardare troppo i tempi è deleterio per il bambino, e che per accettare cibi nuovi ci vuole tempo e ripetitività; al bambino potrebbe essere necessario assaggiare un cibo 5-10 volte prima di accettarlo, quindi non ci demoralizziamo di fronte al rifiuto di molte varietà di cibi.
Intorno ai
9 mesi il bambino inizia a sviluppare l’
abilità del morso attraverso i movimenti di chiusura e apertura della mandibola. Questo periodo anticipa la masticazione e appare importante stimolarlo ad accettare di portare alla bocca cibi di consistenza maggiormente solida attraverso giochi e stimolazioni di tipo tattile e termico a livello orale, senza timore che si sporchi! E’ positivo giocare con il cibo usando le mani, sporcarsi insieme e sperimentare temperature diverse.
Intorno all’
anno di età il piccolo ha ormai acquisito il controllo di capo e busto, ed è in grado di stare seduto sul seggiolone in posizione verticale. È pronto dunque ad iniziare a bere i liquidi tramite il
bicchiere. Nelle sue prime esperienze di assunzione di acqua dal bicchiere egli lascerà cadere parte del liquido dalle labbra rovesciandoselo addosso; gradualmente diverrà più abile anche in questo (fino a quel momento è possibile integrare la somministrazione di liquidi tramite biberon). Parallelamente al miglioramento delle abilità del morso, scaturisce la masticazione, inizialmente definita “primitiva” e di tipo verticale, poiché si attiva semplicemente con l’abbassamento e l’innalzamento della mandibola. Attraverso questo movimento il bambino schiaccia il cibo solido-morbido che viene poi recuperato dalla lingua e gestito ancora tramite un’attività di suzione. Fino ai 2 anni viene mantenuto questo tipo di masticazione. Progressivamente la mandibola diviene sempre più forte e stabile, e consente alla lingua di iniziare a svolgere i movimenti all’interno della bocca in maniera autonoma. Inoltre, i movimenti indipendenti della lingua rispetto alla mandibola permettono al bambino di articolare i suoni del linguaggio. La masticazione diviene, dunque, di tipo rotatorio, e ciò gli permette di gestire tutti gli alimenti di tipo solido, anche i più duri.
Alla nascita, il bambino dispone di comportamenti innati, una serie di “istinti” che lo dirigono verso la soddisfazione dei suoi bisogni primari. Il passaggio da questi riflessi di base allo sviluppo di una funzione complessa (come, ad esempio, quella alimentare) è determinato dall’esperienza. Durante il primo anno di vita il bambino è bombardato da stimoli nuovi che dovrà elaborare ed imparare ad organizzare. Questo apprendimento avviene per tentativi che lo porteranno a fare movimenti sempre più precisi, efficienti e uguali alla funzione adulta.
Ciò significa che le esperienze che si propongono e l’ambiente in cui cresce il bambino sono fattori essenziali per il suo corretto sviluppo.
“
L’esperienza è il miglior alleato di un bambino”
Ogni nuova esperienza alimentare, positiva o negativa, arricchisce quelle già presenti, integrandole. Con il passare del tempo ed il susseguirsi di esperienze, fatte più volte ed in contesti diversi, il cervello manterrà le informazioni che si sono rivelate utili al raggiungimento dell’obiettivo.
Il momento del pasto è ricco di stimoli vecchi e nuovi che si integrano ogni volta, coinvolgendo tutti 5 i sensi. Il genitore è responsabile dell’organizzazione ambientale e delle esperienze fatte dal piccolo. È importante guidarlo e sostenerlo adeguatamente in questo percorso per fare in modo che avvenga un apprendimento naturale e funzionale.
Come accennato, il “periodo critico”, e cioè il periodo di sviluppo in cui il cervello è più sensibile all’apprendimento e si modifica facilmente in base agli stimoli ricevuti, si protrae fino ai 3 anni di età. Dopo questo periodo il bambino porterà delle piccole modifiche alle sue abilità di alimentazione, soprattutto dovute alla maturazione anatomica, senza mai però allontanarsi da quanto appreso. La mancata o poca esperienza può determinare negli anni successivi, difficoltà al momento del pasto, come il rifiuto di alcune consistenze, eccessiva selettività negli alimenti, allungamento del tempo dei pasti e difficoltà di gestione del comportamento in questo contesto.
In questo periodo critico, oltre alle abilità motorie orali come masticazione e suzione e al riconoscimento delle varie consistenze, viene sviluppato anche il senso del gusto. Il bambino, infatti, ha un’alta disponibilità ad acquisire i gusti, anche quelli poco amati (come l’amaro).
In particolare, tra 0-6 mesi il bambino sviluppa il gusto dolce e via via tutti gli altri, fra cui, dopo l’anno di età, il salato.
I
consigli logopedici in questo senso raccomandano di non sostituirsi al bambino nelle competenze che mostra di sviluppare, ma di lasciarlo fare da sé anche se a volte si sporca un po’ e non spezzettare troppo gli alimenti nell’avvio alla masticazione.
Andando ancor più nello specifico assumiamo il concetto che ogni abilità si sviluppa secondo una componente
sensoriale ed una
motoria strettamente correlate. Solo da un’adeguata regolazione sensoriale potrà emergere un altrettanto adeguata abilità motoria. Questo concetto, applicato al mondo dell’alimentazione, implica che un bambino che si approccia alla funzione alimentare deve saper tollerare alcuni fattori quali: posizione, profumo, gusto, ambiente, tessitura dei cibi in bocca, sensazioni associate agli utensili utilizzati per mangiare (come il materiale e la temperatura) e vicinanza dell’adulto.
Ogni oggetto e consistenza alimentare con cui entra in contatto costituisce un elemento che deve essere elaborato e che pian piano verrà riconosciuto e tollerato sempre più; in questo modo, le abilità di riconoscimento sensoriale si svilupperanno al meglio. Tutto il corpo umano mostra questo funzionamento di desensibilizzazione progressiva. In particolare il cavo orale è ricco di terminazioni nervose e costituisce la prima fonte di conoscenza che utilizza il bambino. Non a caso i bambini piccoli portano fin dall’utero materno le manine alla bocca, e successivamente (e spontaneamente) mani, giochi, indumenti ed ausili di suzione. Questi momenti costituiscono esperienze sensoriali che abituano le mucose orali a stimoli diversi: ruvidi, lisci, granellosi, umidi, asciutti, ecc…
E’ proprio grazie a ciò che il bambino inizia a percepire e tollerare diverse sensazioni; questo si traduce, per ciò che riguarda l’alimentazione, nell’avvicinarsi a consistenze sempre più corpose.
Solo con una buona regolazione della sensibilità della bocca sarà possibile costruire delle evolute abilità motorie orali. Per questo è importante stimolare il bambino con giochi per sensibilizzare la bocca come massaggiagengive, spazzolini, animaletti in silicone etc. per facilitare l’introduzione alle nuove consistenze alimentari. Queste attività, sono direttamente correlate con l’accettazione dello spazzolino per l’
igiene orale.
Alla luce di queste affermazioni, appare inevitabile menzionare quanto questi aspetti senso-motori incidano sullo sviluppo del
linguaggio: sebbene siano delle funzioni separate ed indipendenti tra loro, l’alimentazione e la produzione verbale condividono l’organo della bocca il quale deve essere sufficientemente forte ed organizzato per espletare le sue funzioni al meglio.
Il periodo critico di alimentazione combacia con l’inserimento e l’utilizzo di numerosi
ausili (biberon, cucchiaio, bicchiere) che accompagnano il bambino nello sviluppo motorio e sensoriale delle abilità legate alla funzione alimentare. Per questo motivo è importante utilizzare correttamente ognuno di questi supporti.
Le funzioni orali, come accennato, sono supportate da una struttura ossea e muscolare ad hoc che garantisce, se adeguatamente conformata e sviluppata, una base solida per la costruzione di schemi di movimento adeguati e funzionali. La struttura ossea e muscolare, pensiamo a lingua, labbra, alla classe dentale o alla conformazione del palato, è altamente modificabile a seconda delle abitudini alimentari o di suzione che diamo ai nostri bambini. Per esempio un’abitudine prolungata di suzione del dito può portare a una modifica della struttura del palato e quindi ad un cambio della respirazione che da nasale diventerebbe orale; a seguire potrebbero presentarsi una serie di modifiche sia a livello della bocca, che del sistema posturale, che il futuro adulto dovrà affrontare quando ormai avranno il loro ruolo nell’organizzazione globale. La prevenzione e la corretta educazione sono lo strumento migliore per evitare ripercussioni a lungo termine.
La letteratura scientifica internazionale è sempre più interessata allo studio delle funzioni orali e alle ripercussioni che uno scorretto uso degli ausili può portare agli ambiti alimentare e posturale della persona.
Gli
ausili alimentari costituiscono l’equipaggiamento essenziale per favorire l’entrata nutrizionale al bambino e per apprendere e sviluppare le abilità di alimentazione. Esistono due tipi di ausili: quelli ecologici e quelli per la nutrizione.
Gli ausili ecologici sono quelli utili alla strutturazione di un ambiente adeguato per il momento del pasto, quali il tiralatte, le pentole per la preparazione dei cibi, lo sterilizzatore, il seggiolone, i bavaglini ecc.
Gli ausili per la nutrizione sono quelli che vengono utilizzati in maniera diretta per l’assunzione del cibo da parte del bambino: biberon, bicchieri, cucchiai in silicone, forchette, piatti a ventosa, tazze con beccuccio. È importante curare la scelta degli ausili in quanto, il bambino mentre si nutre, svolge delle funzioni fondamentali allo sviluppo dell’organismo, quali la deglutizione, respirazione e alimentazione, che si strutturano attraverso l’attività di muscoli e ossa. Se queste attività non sono eseguite in maniera corretta, i muscoli e le ossa si alterano, determinando delle disfunzioni. Per esempio, l’utilizzo di un biberon con una tettarella troppo lunga o troppo rigida potrebbe determinare, in seguito, delle alterazioni a carico delle ossa del palato, malocclusioni e conseguenti disordini dell’articolazione dei suoni del linguaggio. Il nostro obiettivo è sensibilizzarne la conoscenza allo scopo di rendere ogni genitore il più consapevole possibile dell’azione sullo sviluppo dei nostri bambini.
La scelta dell’ausilio deve avvenire tenendo in considerazione tre parametri:
- qualità del materiale;
- età di utilizzo dell’ausilio correlata all’abilità alimentare da sviluppare;
- caratteristiche dell’ausilio.
La
qualità del materiale è relativa alla potenziale migrazione di sostanze chimiche (rilasciate dal materiale) negli alimenti. Per esempio, i più recenti studi hanno dimostrato la pericolosità del bisfenolo A, utilizzato nei biberon, per lo sviluppo cerebrale e immunitario del bambino, per cui è stato sostituito da altri materiali plastici o dal vetro. Inoltre, risulta fondamentale, comprendere
in quale momento è più opportuno sostituire o interrompere l’utilizzo dell’ausilio, al fine di consentire un ulteriore sviluppo delle abilità del bambino. Infatti, al massimo dopo i 2 anni è bene sostituire il biberon con il bicchiere ed eliminare l’utilizzo del succhietto. Infine, sono importanti le
caratteristiche dell’ausilio, in quanto sono legate allo sviluppo dell’abilità di alimentazione e alla corretta evoluzione delle strutture anatomiche della cavità orale. Infatti, la forma o la rigidità dello strumento, determina una diversa attività linguale, labiale e di suzione che può essere più o meno fisiologica.
Nel neonato, particolare importanza è rivestita dall’uso e scelta del
biberon. Sempre più spesso, nel momento in cui l’allattamento al seno non è possibile o duraturo, molti bambini si alimentano attraverso il biberon. In questa fase (0-6mesi), il bambino non presenta un adeguato sigillo orale, comportando una possibile perdita di latte dai lati della bocca. In questo contesto, risulta fondamentale la scelta della tettarella, in termini di forma, rigidità e fori presenti. E’ consigliabile l’utilizzo di biberon con tettarelle somiglianti per caratteristiche sensoriali e strutturali al seno materno, simmetriche e non spostate da un lato, di materiali che non si usurino nel tempo al punto da modificare la propria forma. Infatti, il flusso di fluidi somministrati è correlato alla capacità di gestione presentata dal bambino; per cui non possiamo fornire ad un bambino di pochi giorni una tettarella a 3 fori, perché per non soffocare applicherebbe dei compensi muscolari disfunzionali, a causa di una impossibilità nella gestione di tale quantità di liquido. Risulta quindi importante rispettare l’abilità attuale del bambino e procedere progressivamente seguendo l’evoluzione fisiologica.
Tuttavia per molti bambini e genitori, il momento del distacco dal biberon, risulta essere un periodo critico. A tal proposito, è opportuno tenere a mente degli accorgimenti affinché il biberon non diventi un’abitudine dannosa. In primo luogo, è opportuno non lasciare che il bambino si addormenti con il biberon, sia perché rappresenta un’abitudine malsana, sia perché la dentizione potrebbe risentirne; non lasciare che il bambino utilizzi il biberon in ogni contesto, ma solo in un setting chiuso come sul seggiolone o con la mamma in quanto potrebbe interferire con lo sviluppo psicomotorio apportando una riduzione di interessi (il bambino deve giocare ed esplorare l’ambiente e cercare il biberon sono quando ne ha realmente bisogno); è sconsigliato l’utilizzo smodato ed eccessivo, potrebbe rivelarsi complesso tornare indietro e ripristinare un’abitudine di alimentazione sana.
Di seguito forniamo un elenco delle abitudini e degli ausili da evitare nel garantire un corretto sviluppo delle funzioni orali.
Troppo spesso troviamo in commercio biberon con tettarelle troppo lunghe; questi ausili costringono il bambino a risucchiare il latte tenendo la punta della lingua bassa e mal utilizzata sul pavimento della bocca; pertanto, con il tempo questi muscoli rimarranno poco tonici e potrebbero non essere efficaci quando il bambino inizierà a parlare e produrre quelli che chiamiamo i “fonemi linguali anteriori”. Una ripercussione simile potrebbe trovarsi in bambini che utilizzino biberon con una tettarella tagliata: questa aumenterebbe il flusso di latte in entrata al punto che la muscolatura della lingua lavorerebbe in modo alterato e non omogeneo, la parte posteriore sarebbe iper attivata, mentre l’anteriore risentirebbe della mancata attivazione con una posizione bassa sulla base della bocca, spesso tra le arcate dentali. A sua volta questa, provocherebbe una spinta costante sui denti che comporterebbe le conseguenze che gli ortodontisti vedono spesso (morsi aperti, denti che sporgono in avanti etc.). Inoltre questa modalità è accompagnata da maggiori quantità di aria ingerite a livello dello stomaco e a disordini associati di vario genere.
L’utilizzo di ausili troppo rigidi, come ad esempio i bicchierini tanto venduti con un beccuccio da un lato, oppure tettarelle che necessitano di una spinta di suzione maggiore, possono provocare l’alterazione dell’arcata gengivale o dentale superiore laddove spinge il beccuccio. Si vedono spesso morsi aperti anteriori e modifiche del palato che dalla naturale forma a cupola larga garantita dalla lingua che lo modella assumono una forma alta e stretta. Il palato è considerato il tetto della bocca, ma anche il pavimento del naso, per questo motivo spesso la sua alterazione si accompagna a posture a bocca aperta con lingua bassa che il bambino adotta come compenso ad una struttura non adeguata.
Un fattore fondamentale è considerare la frequenza e il tempo prolungato di utilizzo, infatti gli ausili corretti andrebbero utilizzati entro l’età utile e in modo controllato. Il materiale allo stesso tempo potrebbe usurarsi, perdendo le caratteristiche di produzione e quindi andrebbe sostituito.
L’uso del
succhietto è molto discusso: il dibattito riguarda non solo la scelta di usarlo, ma anche il momento adeguato di toglierlo e la tipologia di succhietto da scegliere.
Il succhietto rappresenta un ausilio per la suzione non nutritiva, attività naturale che il neonato presenta fin dal grembo materno, la quale, rilasciando endorfina, provoca nel bambino uno stimolo piacevole che lo rilassa e lo tranquillizza. Tuttavia, l’uso del succhietto, come quello del biberon, può sviluppare un’abitudine viziata, per cui è importante farne un uso corretto e limitato nel tempo. Ecco di seguito alcuni consigli.
- Usare il succhietto solo dopo che l’alimentazione al seno si è stabilizzata, poiché influisce sulla produzione del latte che è data dal desiderio e dalla forza di suzione del bambino.
- È utile offrire il succhietto al bambino, dopo il primo mese di vita, nel momento del sonno, in quanto riduce il rischio delle sindromi nefaste;
- Non offrire il succhietto durante il giorno: distrae il bambino dai giochi e dalle curiosità quotidiane e potrebbe poi configurarsi come un’abitudine difficile da eliminare. Inoltre, inibisce tutta la fase di conoscenza orale che il bambino fa portando gli oggetti alla bocca e la conseguente esplorazione sensoriale, creando pertanto disordini alla normale evoluzione della somministrazione delle diverse consistenze alimentari.
- Quando il bambino perde il succhietto non abbiate premura di reinserirlo immediatamente in bocca: il piccolo deve fare esperienza di addormentarsi senza.
- Dopo i 2 anni l’utilizzo del succhietto andrebbe fortemente scoraggiato, in quanto interferisce con il corretto sviluppo delle strutture oro-facciali.
E’ consigliabile utilizzare
giochi per la stimolazione sensoriale?
I bambini, durante i primi anni di vita, sono soliti portare gli oggetti alla bocca, essendo questa, come detto in precedenza, la loro prima fonte di conoscenza e quindi di apprendimento. Le stimolazioni sensoriali sono fondamentali per lo sviluppo delle attività motorie delle strutture dell’apparato bucco-facciale come lingua, labbra, guance e mandibola, e dei muscoli del volto, modulandone e favorendone i giusti movimenti. L’uso dei giochi arricchisce la quantità delle stimolazioni orali preparando il bambino a quelle alimentari che si susseguiranno nel tempo.
I giochi per la stimolazione orale dovrebbero soddisfare i seguenti scopi:
- Stimolare le attività motorie della bocca
I giochi che il piccolo porta alla bocca consentono infatti di aumentare la quantità di esperienze ed esplorazione, così da sviluppare i movimenti della lingua, delle labbra e della mandibola, movimenti che sono di supporto all’alimentazione e propedeutici al linguaggio articolato.
Utili i giochi costituiti da parti di consistenze differenti, così che il bambino possa fare esperienza di morso imprimendo una forza mandibolare diversa, e da vari materiali, affinché sia possibile sperimentare stimolazioni motorie e sensoriali differenti. Tali giochi normalizzano la sensibilità della bocca e preparano il bambino all’alimentazione con cibi solidi.
- Regolare la sensibilità della bocca
Come già accennato, la stimolazione orale attraverso giochi costituiti da materiali diversi rappresenta una base fondamentale per preparare la sensibilità della bocca ad accettare nuove consistenze alimentari e nuove sensazioni da sperimentare.
- Aumentare la tolleranza sensoriale del volto
Anche il viso del bambino, come la bocca, deve abituarsi agli stimoli sensoriali che entrano in contatto con esso, pertanto, stimolare il volto del bambino utilizzando giochi con parti di materiale diverso è utile a regolarne la sensibilità.
- Dare sollievo alle gengive gonfie per l’eruzione dei denti
L’eruzione dei dentini comporta un disturbo gengivale per il bambino, che può essere alleviato tramite l’utilizzo di massaggiagengive, in silicone o termici, che il piccolo può mordere, aiutando, in tal modo, anche il taglio della gengiva e la fuoriuscita dei denti.
Un discorso a parte meritano gli
spazzolini, i quali sono ausili indispensabili per la pulizia della cavità orale, specialmente dei denti, ma anche ottimi stimolatori sensoriali per la bocca. Gli spazzolini più adatti allo spazzolamento, sono quelli costituiti da setole in nylon morbide, con cui è possibile avviare il bambino ad una vera e propria igiene orale. Tale attività è fondamentale fin dai primi giorni di vita, quando, a seguito di ogni poppata, è sufficiente che la mamma ripulisca la bocca del bambino tramite lo strofinamento delle guance, della lingua e delle gengive con una garza inumidita avvolta sul dito. Successivamente, con l’eruzione dei primi dentini, è bene iniziare a spazzolare con spazzolini dalle setole morbide, senza ancora utilizzare il dentifricio, il quale può essere inserito solo dopo i due anni di età. Inoltre, per prevenire l’insorgenza della carie, è sconsigliato mettere a letto il piccolo con il biberon con dentro il latte o altre bevande dolcificate, così come intingere il succhietto in sostanze zuccherine.
Certamente, tutti i giochi e gli ausili per la stimolazione orale dei nostri bambini, vanno scelti con cura, in modo che siano sicuri e piacevoli: devono essere costruiti con materiale atossico, non devono includere parti piccole che si possano staccare, né materiali che possano ledere gli occhi o la bocca del bambino, devono sopportare lo stress del morso, dello schiacciamento e del rosicchiamento e devono essere conformi alle norme europee (con regolare marchio CE).
Non dimentichiamoci però, dopo aver appreso tutte queste “buone linee guida”, che ogni bambino è un mondo a sé stante e per questo non esistono rigide regole universali ma è sempre necessaria un’elastica interpretazione dei suoi bisogni per garantirgli uno sviluppo sano ed equilibrato.
Equipe logopediste Centro Amaltea:
Dott.ssa Giulia Tombari
Dott.ssa Linda Duranti
Dott.ssa Francesca Amaduzzi
Dott.ssa Martina Grandicelli
Dott.ssa Elisa Fiorucci